I meccanismi di difesa sono dei processi psichici, più o meno consapevoli, che ciascuno di noi mette in atto per affrontare situazioni stressanti o mediare conflitti psichici.
I meccanismi di difesa si inquadrano all'interno del modello dinamico, un modello teorico complesso che, semplificando, divide la psiche a livello strutturale in tre parti:
Es: è la parte più primitiva e istintuale, sede delle punlioni, delle passioni e dei desideri;
Super-io: parte che funge da guida morale, formata dall'interazione e dall'interiorizzazione di norme e divieti;
Io: parte mediatrice tra desideri, norme e dato di realtà.
In questo quadro i meccanismi di difesa hanno la funzione di preservare l'Io e adattare l'individuo alla realtà, sono un po' la nostra armatura che indossiamo quando giriamo nel mondo. Possono essere adattivi o disadattivi: per esempio, se usiamo esclusivamente o in maniera ripetitiva uno stesso meccanismo, oppure se lo si usa in una in maniera pervasiva, intensa è probabile che questo non porti a un adattamento funzionale alle diverse situazioni. Saper utilizzare diversi meccanismi di difesa in diversi contesti è una modalità che favorisce un adattamento funzionale. Inoltre, alcuni meccanismi di difesa sono propri dell'infanzia, con la crescita dovrebbero adattarsi e diversificarsi anche i meccanismi di difesa. L'uso di meccanismi di difesa maturi è associato a un maggior adattamento a livello di funzionamento personale, sociale lavorativo, relazionale-affettivo, di salute psicofisica e di soddisfazione personale.
Alcuni esempi più classici o interessanti di meccanismi di difesa sono:
Identificazione: il soggetto assume in sé le caratteristiche e le sembianze o attitudine dell'oggetto di ammirazione, ad esempio quando da piccoli imitiamo mamma o papà;
Rimozione: eliminazione inconscia di una memoria o di un pensiero nocivo, come se per noi nella memoria cosciente non fosse mai accaduto, ed è impossibile recuperarlo attivamente;
Sublimazione: soddisfazione delle pulsioni e dei desideri inaccettabile in una modalità socialmente accettata, un esempio classico sono gli sport da combattimento, dove si sublima, appunto, la pulsione aggressiva e la "voglia di picchiare qualcuno" con un'attività socialmente accettata;
Razionalizzazione: giustificazione di eventi o processi relazionali mediante argomenti razionali, ad esempio potremmo giustificare il fatto di non aver chiamato un nostro amico per mancanza di tempo, e non perchè in realtà eravamo arrabbiati con lui;
Spostamento: attribuzione di caratteristiche di un oggetto/persona ad un altro, così da investire i sentimenti inaccettabili su un oggetto diverso, più accettabile, ad esempio alcuni bambini si arrabbiano con i giocattoli, e non con i genitori per non rischiare di perdere il loro amore;
Regressione: ritorno a strategie proprie di una fase di sviluppo precedente, perchè la situazione attuale provoca troppo dolore o ansia, è il caso magari di quei bambini che in una situazione altamente stressante tornano a succhiarsi i pollice.
Ce ne sono, ovviamente, molti altri, ma l'idea è che ciascuno di noi ne ha a disposizione diversi e vari, più o meno evoluti, che possono essere utilizzati in contesti differenti.
Attenzione però a non dare per scontato che questi meccanismi abbiamo un'accezione negativa: difendere la nostra integrità psichica è una funzione del tutto adattiva, e se non indossassimo la nostra "armatura", andando in giro per il mondo privi di qualsiasi protezione, saremmo troppo vulnerabili e ci sgretoleremmo come dei castelli di sabbia.
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